Muro Giallonero



Oggi iniziamo un viaggio. Nelle nostre emozioni, nei ricordi, sensazioni, odori, tra immagini sfocate o vivide. Tra mischie che calpestano erba che non ricresce, polvere che leviga la pelle, sole che la secca, acqua nei calzettoni, nelle ossa. Freddo, caldo, sudore, sorrisi senza denti, paradenti senza sorrisi. Fatica, dolore, abissi di malinconia e gioie incontenibili… Scrivete ciò che volete, che sentite, aggiungetelo al muro, qualcuno ha già iniziato…

Una squadra del nord che ci regala le maglie

È quella volta che mi hanno buttato a terra e hanno continuato a giocare

“L’appartenza è quel vigore che si sente se fai parte di qualcosa che in sé travolge ogni egoismo personale”

Il calore e l’amicizia dimostrata a uno che veniva da fuori…rara e stupenda. Una fratellanza che ancora oggi sento nel cuore… Grazie ARM

Questo sport 🏈 ti dimostra di essere umile sia dentro il campo che fuori per tutta la vita

Il momento del discorso prepartita… Tutti insieme… Uniti… 22 cuori in una sola anima… Gli occhi pieni… Pronti per la battaglia…Guerrieri… Fratelli…Famiglia… E intorno nient’altro al di fuori che noi… Un urlo… il silenzio…Il rumore di 22 battiti…Fratelli …Guerrieri…Fino all’ultimo minuto. #wearm

Quando dopo tanti anni pensi di averne viste di ogni su un campo da rugby, inizi per caso a giocare con la Old mc, capisci che ancora non hai visto nulla! Grandi giocatori in campo, campioni fuori. Una cosa ora mi è chiara, OLD SI NASCE NON SI DIVENTA

Lino che raccoglie gli asparagi selvatici dopo le partite…

Coppa Italia 2017/2018
Giocavamo in casa.
C’eravamo allenate duramente con il solo obbiettivo di vincere contro il Sambuceto.
Era caldo, i nostri genitori erano intorno a noi a darci la forza.
C’era una tensione e un’adrenalina che tagliava l’aria.
All’ultimo ci sono state 2 mete che ci hanno segnato la vittoria.
Una delle rivincite più belle in assoluto.

Ho imparato a stare zitto, ad abbassare la testa con rispetto senza sentirmi inferiore a nessuno, ad essere onesto, ed a svuotarmi per sentirmi riempito. A comprendere che col solo fatto di fare circolo, abbracciando i tuoi compagni, ripetendo la parola umiltà ancora ed ancora hai già vinto indipendentemente dal fatto che ti lascino a zero. Ho imparato che i corridoi sono importanti, soprattutto quando vinci e devi premiare lo sforzo dell’altra squadra.

Se hai giocato a Rugby, sarai sempre membro di una famiglia senza frontiere, con una lingua, un ideale, ed una visione comune.
Il posto? Non è importante, qualsiasi luogo nel mondo è valido, perché non ci saranno barriere.
Anche quando avrai appeso le scarpette al chiodo, le bande orizzontali ti perseguiteranno, riconoscerai una divisa in qualche sconosciuto, e se gli chiederai “giocavi a rugby?” in un istante starete brindando con una pinta ben spillata.

È il silenzio in quella trasformazione all’ultimo minuto

I campi da trovare

La passione e la voglia che ci hanno sempre contraddistinto

La curiosità per una nuova passione come questo sport, dai grandi valori, e sentirli ancor più nostri, come sentiamo nostra la città e i suoi colori!

Stagione 2013/2014 ultima di campionato…
22 sguardi convinti e sicuri di quello che avevano fatto per tutto l’anno…una sola partita a separaci dalla vittoria del campionato… abbiamo lottato come leoni… come solo noi dal CUORE GIALLO-NERO sappiamo fare e l’abbiamo portata a casa aggiudicandoci il titolo… con quell’urlo, quel mantra che ancora ci accompagna e ogni domenica ci rimbomba nelle orecchie….MACERATA ARM!!!!! Ho ancora le lacrime agli occhi. #wearm

Le ciabatte gialle quadrate de Michelì dopo le partite, anche a -5 gradi

Non importa se sei in campo, in panchina oppure a bordo campo infortunato magari con le stampelle.. È come se tu sentissi il sapore del fango sulla bocca, il sudore negli occhi o l’impatto dei placcaggi.. Una volta che ti metti addosso quei colori, li indosserai tutta la vita, ogni partita, ogni domenica!!

Come un cerbiatto che muove le zampe per la prima volta, mi sono incamminato verso i colori dell’ARM..il nero che racchiude tutti i colori e il giallo brillante come il sole. Dalle “spalle” della old allo zaino in spalla, ho imparato che il Rugby non è solo la palla ovale, ma una Famiglia che mi ha accolto a braccia aperte 🖤💛 Ale

Mi è stato insegnato che, quando non sai come esprimere un concetto dovresti copiare da qualcuno che lo ha fatto come avresti voluto, e questo è il risultato:

La verità è che puoi smettere di essere molte cose, ma non smetterai mai di essere un giocatore di Rugby…

Ho imparato che quindici spingono più di uno, ma se uno non spinge se ne accorgono tutti.

Io che ho giocato a Rugby ogni pomeriggio grigio e cupo. Pomeriggi di creme, ematomi, sforzi e sudore. Ancora sento l’odore del prato verde, quando c’era, e la mia mente si perde in mille ricordi. Consapevole del fatto che presto le mie gambe non sopporteranno più ripartenze da terza, ma la mia testa continuerà cercando la vita del numero 1. Il rugby mi ha insegnato una grande lezione, bagaglio utile per la vita quotidiana. Il Terzo Tempo.

Il nero e il giallo

Le facce sorridenti dei nostri bambini del mini rugby

11 Novembre 2012, Pesaro, campionato U18. Loro 22 e dieci in tribuna colla bava alla bocca. Arbitro di Pesaro. Noi 15 contati, 2 in panchina, uno con la mano steccata, l’altro aveva cominciato la settimana prima. Avevamo tutto contro. Quando sei il più forte però non ci sta niente da fare. A metà partita uno dei nostri ha il naso disintegrato, minaccia di uccidermi se lo faccio uscire. Vinciamo di 2 punti contro i numeri uno.

Il fango tra i tacchetti

Non ricordo il giorno, il mese, l’anno… Avezzano, 18
persone, in campo 2 infortunati e il coach che non si allenava da anni, in panchina un esordiente, un infortunato ed io (infortunato e con febbre).
Avezzano una squadra nata dalle ceneri della celebre squadra che partecipò campionati di più alto livello.
Arrivammo dopo 4 ore di pulman senza speranza alcuna, con la consapevolezza che sarebbe stato un massacro.
Chi era in campo non era d’accordo.
Lottarono con il coltello fra i denti malgrado i nostri “handicap”.
Il coach marzocchi si rompe il tendine del bicipite dopo 30 minuti e facciamo l’unico cambio a disposizione.
A 10 minuti dalla fine sfioriamo la meta sul risultato di 20 a 12 x loro. Non abbiamo vinto, non potevamo ma da quella data ho capito veramente che eravamo speciali.
We arm

Avvicinarsi al Rugby a 50 anni suonati…e ritrovare l’entusiasmo di un 16enne.

Io che ho giocato a Rugby, ho imparato ad accettare senza lamentarmi, a non rassegnarmi, a lavorare per sapere quello che costa guadagnare un metro in silenzio, e quanto è facile perderne dieci per non riuscire a tacere. A rispettare le decisioni in forma ferrea, ad applaudire gli errori dei miei compagni, che sono anche i miei. E soprattutto ad alzarmi cento volte. Questo sport per animali praticato da Signori mi ha insegnato molte lezioni. Parecchie delle quali strane ed incomprensibili agli occhi degli estranei ad esso. Ricordo i lunedì pieni di dolori e contusioni, felice e realizzato per la partita del giorno prima, il compromesso, e molte altre cose che mia madre non ha mai capito.
A capire il valore dei colori di una maglia a bande orizzontali, muta di valore e dovere.
A vivere un terzo tempo nel quale quello che rimane sono aneddoti, abbracci, fratellanza, cameratismo, risate ed un “a presto”.